Racconto per Voci di Tango
Connessioni perfette
La stanza sa di pulito, l’odore agrumato del detergente si spande insieme alla luce che filtra dalle finestre, Julio è steso sul letto e osserva le sue mani tremolanti, piene di rughe e macchie, che cercano di sistemare le cannule dell’ossigeno sul suo volto e mentre lo fa, quel movimento, seppur lento, gli provoca dolore.
Julio è esausto, ha vissuto una vita piena fino a tarda età, ma adesso, è adagiato lì, in quel letto, in attesa di una fine che tarda a venire.
Le dosi di oppiacei si moltiplicano e gli effetti sul suo corpo sono sempre più blandi e il tempo sembra essersi fermato; il medico entra nella stanza, un rapido controllo alla flebo, guarda Julio negli occhi, ascolta il suo respiro, un rantolo più che un respiro e scuote il capo, una ennesima dose, un altro viaggio.
Pochi minuti, la luce lentamente si fa calda e intensa, i contorni degli oggetti sfumano e la mente di Julio si libra e vola.
Julio è seduto ad un tavolino, un bicchiere nelle sue mani, mani ferme, prive di rughe e macchie, è in una Milonga, il tango, la passione di una vita.
Suona Poema, nella versione di Francisco Canaro, Julio lascia il bicchiere, si alza e si accorge compiaciuto che alcune ballerine hanno cercato i suoi occhi alla ricerca di un invito, una mirada, ma Julio guarda nel vuoto, vuole prendere tempo.
Julio si sistema lentamente i pantaloni con le mani e poi, con le dita, tira i polsini della camicia e ricompone le maniche della giacca tirandole alternativamente verso il basso e si decide; alza la testa e coglie lo sguardo di una ballerina.
E’ mora, i capelli lisci, il vestito sobrio, che ne valorizza le curve generose, lei sostiene il suo sguardo, lui ammorbidisce i tratti del volto con un sorriso, seguito da un piccolo cenno del capo, lei accenna un sorriso e gli risponde con un piccolo gesto di assenso.
Julio, senza togliere lo sguardo, si incammina lentamente verso la ballerina, ha imparato dai vecchi, non si deve correre, il tango non ha nulla a che vedere con la fretta o l’impazienza.
La ballerina ha continuato a guardarlo, ma non si è alzata, ha atteso con calma che lui fosse davanti a lei e solo a quel punto, con grazia e dolcezza, gli ha concesso la mano e si è sollevata dalla sedia.
Julio aspetta, ai bordi della pista, il momento e lo spazio giusto, apre la mano sinistra in attesa che si crei il primo punto di contatto, poi lentamente chiude l’abbraccio con la ballerina, un incastro perfetto, morbido, preciso, presente.
La musica va, Julio prende cognizione dell’essenza della donna appoggiata al suo corpo, respira profondamente e mentalmente attende la chiusura di un periodo musicale per il primo passo, un passo da muovere sul tempo forte, una piccola promessa, di quello che sarà.
Una sospensione lenta, altri due passi, pausa, poi una piccola e misurata camminata con una chiusura sul quinto, la musica suggerisce, Julio propone, la ballerina realizza, la coppia si ascolta e i corpi dialogano all’unisono, trasportati dall’onda musicale.
Julio assapora i movimenti della ballerina, sono misurati, partecipi e complici ed è proprio in quel frangenteche Julio avverte un fremito interiore, è la connessione perfetta!
Alla fine del primo tango, i corpi si ricompongono senza staccarsi, mentre si sistema Julio sente lei che serra l’abbraccio in maniera più decisa e avverte il suo cuore, il battito della ballerina è accelerato; percepire l’emozione attraverso al ritmo cardiaco di un’altra persona … è magia.
La tanda, brano dopo brano, sfuma, la musica è finita, eppure i corpi indugiano abbracciati, finché sembrano risvegliarsi da un incantesimo.
Julio accompagna la ballerina al posto, ringrazia con un sorriso, e si allontana; una fitta al petto lancinante, un piccolo capogiro, una vertigine, la mano che si appoggia sul tavolino per non cadere, gli occhi chiusi a ricomporre qualcosa di interiore che si è infranto.
Suona Corazòn di Carlos Di Sarli, Julio riapre gli occhi e la sala è improvvisamente vuota, al centro della pista Lei, nera, bella, severa, solo Lei, la Morte, che cerca il suo sguardo!
Julio guarda nel vuoto, vuole prendere tempo, si sistema lentamente i pantaloni con le mani e con le dita tira i polsini della camicia e ricompone le maniche della giacca tirandole alternativamente verso il basso.
Julio non ha scelta e dopo un po' alza fiero il capo e incrocia la vista della nera e pallida mietitrice, Lei sostiene il suo sguardo, lui ammorbidisce i tratti del volto con un sorriso, seguito da un piccolo cenno della testa, Lei austera accenna un gesto di assenso.
Julio, senza abbassare gli occhi, si incammina lentamente verso la Morte, sostenendone lo sguardo, Julio ha imparato dai vecchi, non si deve correre, anche la Morte, come il tango, non ha nulla a che vedere con la fretta o l’impazienza.
Lei immobile ha continuato a guardarlo, Julio davanti alla Morte ha aperto la mano sinistra offrendola a Lei, la Morte con grazia, ha appoggiato il gelido palmo, il primo punto di contatto e poi lentamente ha chiuso l’abbraccio, un incastro gelido e avvolgente.
Julio attende la chiusura della frase musicale e inizia con un passo, una sospensione, un contrattempo, un giro, la Morte volteggia leggera, i suoi movimenti sono misurati e complici, finché nell’anima di Julio un fremito interiore. La musica finisce e con l’ultima battuta del tango, l’ultima pulsazione del cuore di Julio. Una connessione perfetta!
Che bella Fabio!
RispondiEliminaE’ sempre bello leggerti 👏
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