Chihuahua, la Milonghina che non ti aspetti.
Ieri sera sono andato alla ricerca del tango a Sferracavallo, borgo marinaro di Palermo. Sferracavallo, oltre alla baia antistante, al porticciolo, alle ville antiche sul lato del prospiciente promontorio che domina il piccolo golfo, é caratterizzato dal centro abitato caotico, realizzato senza alcuna programmazione e composto da file di case fronte mare, una appoggiata all’altra, edifici che per la maggior parte ospitano ristoranti e ristorantini di pesce, un tripudio di ristoranti di pesce. Una di queste case, ubicata nella piazzetta principale, su due elevazioni, incastonata tra altre due similari, ospita il bar del Golfo, dove sul tetto, la terza elevazione, insiste una ampia terrazza rettangolare, dalla forma allungata, coperta, solo in parte, da un riparo dal sole fatto di canne ed è proprio qui che si balla. É proprio il caso di dire, la Milonghina che non ti aspetti, un lato del terrazzo che dà sulla piazza che domina la baia, permette di godere dei colori del tramonto e spingere lo sguardo fino all’orizzonte, dove cielo e mare si fondono rendendosi indistinguibili. Alle 20.00, con le prime note del tango, si è iniziato a ballare, fino alle 24.00, quando è stata chiamata l’ultima tanda. La brezza di mare ha rinfrescato la calda sera, insinuandosi tra i ballerini e accompagnandoli nella ritmica, giocando, con rapide e improvvise raffiche, con i capelli delle donne. Con i miei di capelli … sarebbe stato impossibile. Esperienza molto carina, di quelle che fanno bene al tango.
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