Rayuela e la bulimia del movimento.
Ieri sera la ricerca del tango si è spinta fino a Bologna alla Palestra Acrobatica. Appuntamento ricorrente per me quello della Rayuela, dove nel passato mi sono trovato molto bene, sia per ambiente, che per proposta musicale e per livello di ballo. Ieri sera la proposta musicale è stata di Tj Ultimo, non sempre da me condivisa, ma comunque parliamo di mio gusto personale. In milonga, con una prevalenza di donne, vi era un livello di ballo medio alto, con la presenza di un nutrito gruppo di principianti, dall’età molto giovane. Tutti siamo stati principianti e come nel mio caso, anche se ballo da qualche anno, ancora orgogliosamente, mi ci sento un principiante, i professionisti sono altri, sono a mio avviso solo quelli che lo praticano per lavoro, con una certa visibilità nazionale e internazionale. Ogni volta che una ballerina, prima di iniziare una tanda, chiarisce impacciata, scusandosi, di essere una principiante, le rispondo di getto ripetendo una frase in cui credo fermamente, ovvero, che siamo tutti principianti e io più di altri. Devo la mia crescita nel tango a tutte quelle ballerine, che sopportandomi fin dai primi passi, mi hanno permesso e continuano a permettermi di ballare, tanda dopo tanda. Lo so perfettamente che ballando con una principiante si rischiano tante incomprensioni e impuntature, si perde di postura e di eleganza, ma per debito di riconoscenza, nella sera dedicata alla milonga, per me, almeno una tanda con una principiante … mi fa sentire a posto. Ieri sera sono state due, la prima principiante, con tutte le insicurezze di chi si muove in questo mondo da poco, è stata piacevole, per il suo movimento spontaneo e per l’impegno sincero e le incomprensioni si sono risolte senza drammi. La seconda, piena di incertezze come una qualsiasi principiante, cercava ossessivamente di inserire adornos ogni due passi, boleo e castigo a ripetizione, senza stare neanche sulla ritmica musicale, sbilanciandosi e perdendo l’asse continuamente, tanto da doverla sostenere in più di una occasione. Per principio, credo che anche a lezione debbano parlare principalmente gli insegnanti, figuriamoci se proferisco parola in milonga, rispetto la difficoltà di una ballerina alle prime armi, ho riguardo dell’ansia di prestazione che attanaglia lo stomaco di chi muove i primi passi, quindi posso anche capire che tutta quella iperattività, non richiesta, possa essere un modo per combattere l’imbarazzo di non sentirsi adeguati al contesto … quindi al termine della tanda degli adornos a mitraglia, ho sorriso e ringraziato. Due le riflessioni sulla tanda con lei, la prima che io devo ricordarmi bene, quando ballo, di fare molte meno cose e quelle poche farle bene, perché la bulimia nel movimento da principiante (blocco anoressico o voracità compulsiva) è sempre dentro di noi e potrebbe, in ogni momento, prendere il sopravvento, mentre la seconda riflessione è una sfilza di domande: Ma i suoi insegnanti? Ma i suoi maestri? Ma durante le lezioni … davvero non le dicono nulla?
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