Tango 800 a Ferrara (Primo giorno)
Tutto è iniziato a maggio, quando ho compilato un formulario di iscrizione per questa due giorni di tango, anticipato l’intero pagamento, subito dopo aver avuto la conferma dell’iscrizione, il pensiero si è sedimentato fino al fatidico fine settimana dell’evento. Ieri, sabato mattina, fin dalle prime ore, nel sito social dell’evento, iniziano a fiorire innumerevoli foto e messaggi, sono singoli o gruppi che arrivano dal Salento, da Roma, da Milano, da Napoli, dalla Calabria, dalla Toscana … e questo mi fa aumentare a dismisura le aspettative. Per un attimo, preso dall’entusiasmo, vorrei mettere anche la mia foto, ma poi mi sembra puerile scrivere: “ci sono anche io”, “arrivo da Ravenna”, “si lo so …” “è qui dietro l’angolo!” Arrivato nel centro di Ferrara nel primo pomeriggio, man mano che mi avvicino all’Ex Teatro Verdi, è un incrocio di sguardi, tra persone, che a dispetto della luce del giorno e del sole timidamente caldo d’ottobre, vestono da tango, con la borsa delle scarpe tra le mani. Sembriamo adepti di una setta segreta che si riconoscono e si sorridono con un complice gesto del capo. Il teatro è in mattoni rossi, l’ingresso è arredato e concepito come un grande “open space” moderno, poi la scala che immette nel teatro. Il contrasto tra le pareti spoglie del teatro, con il cemento armato, i mattoni rossi, con la cupola in ferro e vetro a cielo è prorompente, la musica del tango mi colpisce allo stomaco e i piedi scalpitano, la pista è già piena. Cammino veloce, ho fretta, anche io voglio calcare la pista, inciampo nelle scale che portano allo spogliatoio e rovino al suolo, come se ne avessi bisogno, ho già il terrore di non poter ballare per un fastidioso dolore muscolare alla schiena che non mi abbandona da tre giorni, ci manca solo che mi faccia ulteriormente male per una caduta demenziale. Arrivo in pista, la schiena mi duole, con l’aggiunta di un dolore al ginocchio fresco fresco di caduta, gli antidolorifici che ho preso non hanno fatto alcun effetto, chiudo l’abbraccio, respiro profondamente e via … si parte, dolcemente, senza fretta, centellinando i passi … sorrido inebetito, sto ballando, in un posto stupendo. Passano le ore, il dolore sparisce, non avevo mai considerato il tango come un potente antidolorifico, ballare ha un effetto benefico sullo spirito e sul fisico. Valentina Ialacci, la musicalizzatrice di Napoli, che mi ha accolto all’arrivo, stupisce e rapisce, l’entusiasmo per la sua proposta è contagioso. A notte fonda, Valentina è già stata sostituita da un po', dopo il mio ennesimo cambio di abiti, giro inebetito per la pista, solo allora noto una nettissima prevalenza di ballerine, cosa che non avevo percepito nel pomeriggio, in quanto mi sembrava che ci fosse più equilibrio tra uomini e donne. Dopo un valse realizzo che devo tornare a casa e anche se non sembra … Ravenna … non è poi dietro l’angolo! Mi avvio sulle scale accompagnato da Osvaldo Pugliese, prima di lasciare la sala, consapevole che quello fosse solo il primo giorno, mi volto e guardo l’insieme, ormai la pista è scarica, ma la magia continua … e noi ci vediamo domani!
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