La Malandrina. Le frammentazioni.

Ieri sera ho chiuso la mia ricerca del tango palermitana alla Milonga La Malandrina. Tj per la serata Alessandro Scaglione, che ha interpretato a dovere la serata. Tranne qualche persona, il panorama dei frequentatori di questa Milonga era differente da quello della giornata palermitana precedente. Più uomini che donne, livello medio alto, con sei o sette uomini veramente molto forti, più altrettante donne, se non qualcuna di più,  veramente brave. Gli spazi ampi, anche se la pista era frequentata, hanno permesso a tutti di poter ballare agevolmente. Unica riflessione personale della serata, dove sono gli altri ballerini palermitani? A Palermo, che conosco io, ci sono almeno cinque gruppi di studio differenti, con i maestri di riferimento e questo sabato La Malandrina era l’unico evento di tango a Palermo, quelli più vicini si trovavano a Catania (250 km) o Messina (210 km). Quindi siamo alle solite e ogni mondo è paese, i gruppi non si mischiano e ognuno frequenta gli eventi della scuola di riferimento. Parlando con alcuni forzati del tango, ho percepito, in tal senso, la delusione dovuta alla frammentazione del popolo danzante palermitano. Di chi sia la colpa? Chi abbia iniziato? Come si sia arrivati a trasformare un ballo sociale in una serie di eventi settari, non lo so, certo che il tango avrebbe tanto bisogno di gente di buona volontà, soprattutto da chi ha un ruolo di guida nel tango. A parte l’amarezza di queste considerazioni, l’evento mi è piaciuto e mi sono anche divertito.

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