La Milonga del Luna Park
Ieri sera la mia personale ricerca del tango non mi ha fatto fare molti chilometri, sono andato alla Cà del Ballo. L’astronave di cemento armato che svetta nella campagne del ravennate, già conosciuta come Cà del Liscio, è stata trasformata in un locale multisala, dove contemporaneamente si ballano diversi stili. Il tango era ospitato in una sala enorme, divisa a metà da una parete in vetro trasparente, dove da un lato piroettavano i ballerini romagnoli, caricati da una orchestra dal vivo e dall’altro tentavano di ballare i tangueri, mentre la sala di Salsa, collegata con una porta sempre aperta con le altre due sale, diffondeva ritmi caraibici. Il grosso problema della Cà del Ballo è che le sale non sono insonorizzate, pertanto i brani di D’Arienzo, Canaro e Pugliese risultavano pesantemente contaminati dalle percussioni caraibiche dei Congas e dei Bongos che penetravano dalla porta sempre aperta della Sala Salsa e infestate dai virtuosi giri di clarinetto dell’orchestra di liscio, con le classiche esclamazioni urlate dagli strumentisti per incitare i vorticosi giri dei ballerini. A mio avviso, unica nota positiva della serata la Tj, l’ottima Andre Dan, una musicalizzatrice di Brescia, che ha proposto ottima musica e ottime cortine, purtroppo non posso dire nulla sulla pulizia dei brani, in quanto la cacofonia totale non permetteva di apprezzarla. Ad un certo punto, chiudendo per un attimo gli occhi, mi è sembrato di tornare bambino, quando frequentavo i Luna Park, dove ogni attrazione pompava la sua musica a tutto volume, cercando di sovrapporsi agli altri brani delle attrazioni limitrofe. Purtroppo ieri sera niente giostre, niente pesciolino rosso e niente zucchero filato, ma a conclusione della serata il mal di testa e il disorientamento l’ho riconosciuto … identico a quello del Luna Park!
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