La caduta del tango
Venerdì sera la mia personale ricerca del tango mi ha spinto fino a Cervia per la Milonga del Mucho Mas. E’ una storia strana quella che mi anima nella ricerca del tango, una storia nata in una notte d’estate di circa quindici anni fa a Palermo, quando alle due di notte, sorpreso e rapito da alcune coppie di ballerini, che ballavano in un porticato, al suono di un’autoradio, ho fortemente desiderato di percorrere la mia personale ricerca. Il tango è diventato così una passione, uno svago, non un lavoro, ma qualcosa a cui dedicare, a fasi alterne, impegno ed energie nel tempo libero, una distrazione che mi ha regalato moltissime emozioni, condite da altrettanti momenti di sconforto e scoramento, come ieri sera, quando ho avuto la netta sensazione di essere regredito e di non saper far nulla. Forse stordito dal ciclo di lezioni intensive appena conclusosi, forse preso da un momento di consapevolezza e lucidità che mi ha fatto giudicare più obiettivamente le mie capacità e il mio percorso, ieri sera ogni tanda è stata una sofferenza di inadeguatezza, tanto che mi sono preso lunghe pause di riflessione tra una tanda e l’altra. Penso che sia una cosa normale, un personale riallineamento tra realtà e percezione, ma la botta di ieri sera è stata la più forte che abbia mai accusato da quando ballo. Dicono che quando si cade da cavallo, l’importante sia risalire in sella il prima possibile, risalire spesso, risalire anche quando costa fatica. Domani sera torno a fare lezione e a ballare … anche se credo, mi costerà tanta fatica.
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