Milonga Rayuela e la forma dell'acqua.
Ieri sera un trio di ballerini si è recato alla Milonga Rayuela a Bologna presso la palestra acrobatica del Dopo Lavoro Ferroviario. La palestra, un immobile che conserva la sua struttura originaria di palestra degli anni ottanta con pavimento in parquet, normalmente utilizzata per l’allenamento delle danze acrobatiche con tessuti aerei, si trasforma in pista per la milonga. Tj della serata l’indiscusso Benny Campana. Piccola prevalenza di donne, con un livello di tango medio alto, con numerose eccellenze femminili e maschili. Penso che il tango sia come l’acqua e prenda la forma del contenitore/ballerino che lo contiene e così alla ricerca del mio tango, cerco di adeguare il tango alla mia fisicità, rendendo quelli che possono sembrare dei limiti, dei punti di forza. Ieri sera ho ricevuto una bellissima lezione, in tal senso, ballando con una ballerina molto alta, una ragazza veneta, presumibilmente di un metro e novanta, con gambe lunghissime. L’altezza di una ballerina può essere un problema, difficile gestire un abbraccio con un ballerino più basso e complicato ballare in abbraccio stretto senza appoggiare la testa, accartocciandosi in maniera innaturale, macchinoso gestire le lunghe gambe, problematico trovare un equilibrio con un baricentro così alto. Eppure, lei aveva trovato il suo tango e il tango aveva trovato lei, adattandosi a quel altero e superbo contenitore come l’acqua fa con un recipiente. Abbraccio largo e morbido, testa alta, gambe leggermente flesse, ma non piegate, passo sicuro, equilibro perfetto, gestione degli spazi all’interno dell’abbraccio e soprattutto, grande eleganza dei movimenti delle lunghe gambe, evitando gli “adornos”, consueti per le altre ballerine, ma inopportuni per gambe così longilinee, impreziosendo il suo ballo con misurati, contenuti e deliziosi passettini. Il suo tango, una splendida lezione.
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