La casa del Tango e la sindrome dell’ippodromo.

Ieri sera la ricerca del tango si è spinta nella periferia nord bolognese, alla casa del Tango, alla milonga organizzata dall’Associazione Flor de Tango. Il locale insiste in un edificio della zona artigianale settentrionale di Bologna, composto da una sala ampia a forma quadrata, presenta un pavimento in legno chiaro, ottimo per il ballo. Locale pulito e ordinato, con all’ingresso una zona ristoro, gestita dagli organizzatori. Musicalizzatore per la serata il mitico Carlo Carcano, una certezza assoluta, per pulizia dei suoni, per bilanciamento delle tande e per scelte musicali. Equilibrio tra ballerini e ballerine, molti i forzati del tango in trasferta provenienti dalle città vicine. In sala livello di ballo medio, con qualche eccellenza, assenza di principianti, ronda abbastanza ordinata, anche se la pista non è mai stata affollata. Ieri sera, complice il caldo della sala, ho cercato di adeguarmi alle buone pratiche che dovrebbero essere i fondamenti del bagaglio del tanguero d’esperienza, ovvero, movimenti precisi e puliti al risparmio, senza corse a perdifiato. In una delle ultime tande, a pista quasi vuota, ho incontrato una ballerina molto dinamica, con l’indole del purosangue, di quelle, che scalpitano sul ritmo. Ero a fine serata, tutto sommato ero abbastanza soddisfatto di me, ero stato contenuto e morigerato senza momenti fenomeno e così all’ennesima sollecitazione sono partito e mollate le briglie, ho galoppato al ritmo proposto dalla ballerina, pestando ogni battuta, con continui contrattempi, molta la complicità, tanto il gioco, tantissime le mie imprecisioni, recuperate con maestria da lei o rattoppate da me e alla fine sono arrivato al traguardo del Gran Prix. Dagli spalti, invece degli applausi, il sorriso divertito di una cara compagna di viaggio e un labiale “r a l l e n t a”, ma ormai il vortice ci autoalimentava e la sindrome da ippodromo si era impadronita di noi. Il divertimento è anche prendersi poco sul serio … e magari, in una tanda, trovare il momento per galoppare senza pensieri. 

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