La purezza del tango e il randagismo

Nel centro sociale “la Stella” di Bologna, un nutrito gruppo di ravennati, ha partecipato alla Milonga “la Bolognese”. La Stella è uno degli ultimi luoghi storici di Bologna dove si balla il tango, uno dei pochi che ha resistito al ciclone pandemico degli ultimi anni. La Milonga La Bolognese ha ereditato tre diverse modalità di espressione, una proveniente dal Circolo “La Fattoria” da dove arriva il musicalizzatore storico “Sandro 051” con il suo repertorio classico, l’altra che arriva dal Tango24, con il tango nuevo/contemporaneo proposto dal musicalizzatore Francesco e l’ultima dalla socialità della Stella del Tango, con il suo ambiente ultrainformale. Una Milonga sociale aperta accogliente con tutti, due stili, due sale, il tango classico con il suo abbraccio chiuso, che affonda le sue radici nel novecento, che si balla sui brani della vecchia e nuova guardia, dall’altra il tango nuevo, nato con i successi di Astor Piazzolla, uno stile che mescola le carte, caratterizzato da un abbraccio più aperto, movimenti fluidi e sciolti con giochi sull’asse dei ballerini, che utilizza musica moderna, con pesanti contaminazioni di musica contemporanea. Grandi ballerini di tango hanno percorso questa via, ma per i puristi del tango, il tango nuevo o contemporaneo è una assurdità, uno sproposito, al limite del blasfemo, eppure, molti dimenticano che il tango alla nascita era esso stesso un ritmo blasfemo, nato nel Sudamerica popolato dai randagi del vecchio mondo, formato dalla contaminazione e fusione dei suoni del vecchio continente con i ritmi e le melodie caraibiche, africane, asiatiche e medio orientali, quindi parlare di purezza nel tango, mi sembra quantomeno bizzarro. Io che per indole sono randagio, alla continua e spasmodica ricerca del tango, ho frequentato assiduamente la sala del nuevo con un compagno di merende, del resto Marco … ma quando ci ricapita? P.S. La Bru, fa la spiritosa e non lo vuole dire, ma era anche lei, con noi, nella sala dei randagi!