Milonga Mucho Mas e le prestazioni dei ballerini.

Ieri sera, dopo attenta analisi sugli eventi proposti nel circondario, che vedeva la Maratona Teodora a Ravenna, preclusa a chi non si era prenotato per tempo e ben tre milonghe a Bologna, considerando che la concorrenza disperde la popolazione tanguera in tanti rivoli, ho deciso di andar a cercare il tango, senza far molti chilometri, partecipando a Cervia alla serata organizzata dal Mucho Mas. Sala abbastanza frequentata, ma senza la ressa delle altre serate, il Tj Luigi Felisatti ha allietato la serata con energia proponendo musica gradevole e in un caso ha fatto una operazione che nel tango non avevo mai ascoltato. Ha mixato dei brani! Uno dei tre brani proposti in una tanda di vals, era composto da frasi e ritornelli di vals famosi di autori diversi, creando un brano unico, molto più lungo di un brano di vals normale. Ora capisco che i puristi del tango storceranno il naso, che un vals di Pugliese, di Castillo o D’Arienzo sono pezzi unici e inviolabili, ma l’effetto è stato divertente, diciamo una piacevole disgressione dalle rigidità di certi musicalizzatori. Nello spogliatoio, a fine serata, durante le chiacchiere che emergono al cambio scarpe, sui soliti dolori dei forzati del tango, non ho potuto non notare l’accento “sibilato” di un ballerino. Si trattava di un argentino in transito, con il quale mi sono fermato a parlare di tango due minuti. L’argentino ha espresso pensieri molto netti sull’argomento Maratone Tango. Le Maratone sono un evento tipicamente europeo, a Buenos Aires, per i puristi del tango, sarebbe impensabile organizzarle. Del resto, sottolineava e si domandava il mio interlocutore: che prestazioni deve dare un ballerino dopo due/tre ore continuate di ballo? Personalmente, in Milonga, le prime due o tre tande, mi servono per mettere la museruola alla mia ansia di prestazione, poi le successive due o tre per riprendere confidenza sulla musica rallentando il ballo, poi c’è un’ora o poco più che mi piace, sono caldo e calato nell’evento e l’ansia è ormai domata, finché le membra iniziano a irrigidirsi perdendo elasticità, ma resta la voglia di continuare a ballare, è questo il momento critico, in cui mi piaccio meno e spesso, dopo l’ennesimo e ripetuto strafalcione di stanchezza, mi fermo e chiudo.  Forse dovrei fermarmi prima, ma quella volta che si va a ballare ... si tira fino all’ultima!


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