Mucho Mas e il momento giusto.

La ricerca del tango ieri sera è proseguita alla Milonga del Mucho Mas, una sala da ballo ampia, a forma quadrata con un ottimo pavimento in parquet, posta alla periferia occidentale di Cervia, tra l’abitato e lo specchio acqueo della salina. Organizzazione impeccabile e prodiga, che a metà serata ha offerto pasta, piadina e stuzzichini vari con l’aggiunta di una doppia consumazione, una bottiglietta di acqua e una bibita a scelta tra analcolica e alcolica, infine, a conclusione della Milonga, sono apparsi anche i bomboloni alla crema. Alan Spotti ha proposto una selezione musicale gradevole, che ha saputo rispettare gli umori della sala. Sala ai limiti della capienza, con i ballerini e le ballerine che sostavano anche nel corridoio dell’ingresso alla pista. Presenza strabordante di ballerine, ad inizio serata si è raggiunto il non invidiabile rapporto di un ballerino per tre donne e l’ampia pista, nelle prime due ore, è stata letteralmente presa d’assalto, risultando molto affollata. Le coppie erano così costrette a procedere nel senso di ronda molto, ma molto lentamente, ballando in pochissimo spazio, molto spesso sostando per lunghi periodi nello stesso punto, completando, il piu delle volte, un intero tango nello stesso lato della pista. Nel tempo, ballando, si acquisiscono quelle piccole astuzie, che ti permettono nel futuro di far fronte con disinvoltura alle asperità di una pista affollata e di vivere al meglio il tango. Senza riuscirci, cerco sempre di scegliere con oculatezza le caratteristiche tecniche della ballerina da invitare, capire quale ballerina si adatta meglio al momento, alla musica, agli spazi, permette ad entrambe di vivere al meglio il tango. Così, al mio misero bagaglio, ieri ne ho formulata un’altra, premesso che per un uomo della mia mole, ballare in pochissimo spazio, è un esercizio che si pone ai limiti della fantascienza, durante la Milonga, alla ricerca di una bella tanda, ho invitato, nel pieno dell’affluenza della pista, una ballerina che avevo visto muoversi in maniera molto elegante, ma non avevo valutato appieno la sua altezza, che, con i tacchi, mi superava. Lei si è confermata molto brava, la tanda si è rivelata molto piacevole, ma per me, altrettanto impegnativa, gestire nello spazio estremamente limitato la mia ingombrante fisicità e le evoluzioni delle sue gambe è stato piuttosto faticoso, togliendomi quella rilassatezza che mi avrebbe permesso di vivermi meglio il momento. Ballare quella identica tanda, non nella calca, ma a conclusione della serata, quando la pista si era notevolmente scaricata, sarebbe stato per me molto più piacevole. La mia personale esperienza ha avuto un eco maggiore nella mia percezione, quando ho fatto la successiva tanda con una ballerina minuta. Scegliere il momento giusto per ballare, oltre che per caratteristiche tecniche, anche per caratteristiche fisiche, di entrambe i ballerini, potrebbe rivelarsi una strategia aggiuntiva, per la ricerca di una tanda perfetta.

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