Milonga al Naima di Forlì
Alla ricerca del tango e del tempo perduto, sono andato a Forlì, dove le associazioni del Romagna Tango Festival hanno organizzato la Milonga del 04 dicembre 2021 al Naima, storica sala da ballo alla periferia di Forlì. La sala ampia e spaziosa si presta perfettamente come luogo dedicato al tango, l’impianto di diffusione musicale con le sue sonorità abbastanza pulite, le luci non troppo invadenti, la pista ampia e ben delimitata, hanno reso da subito intima la serata. Personalmente voglio fare un plauso all’organizzazione, principalmente per due motivi, il primo la serietà riscontrata all’ingresso, con accertamento della temperatura corporea e del rigoroso possesso della certificazione Covid, con l’attenta compilazione dell’elenco degli intervenuti, con tanto di recapito telefonico, una prassi di legge, ma che in questo momento storico di incertezza, personalmente, mi ha dato più serenità nell’approccio alla pista da ballo, il secondo l’intervento di Sara, Barbara e Susy, quali rappresentanti delle associazioni del RFT, un intermezzo per ringraziare gli intervenuti e promuovere l’evento prossimo, un intervallo sobrio e sintetico, evento raro nelle milonghe, dove spesso gli organizzatori, approfittano del microfono e del pubblico, per raccontarsi e dilungarsi in quella che diventa una noiosa terapia di gruppo. A mio giudizio, molto gradevole la proposta musicale del Tj Fabrizio Frappi, mentre se devo necessariamente trovargli un difetto, credo che qualche secondo di pausa in più tra un tango e l’altro, all’interno della tanda, ci sarebbe stato tutto. Sostanziale equilibrio nella presenza tra ballerini e ballerine, pochissimi i volti nuovi tra i presenti e ronda abbastanza ordinata, anche per gli spazi ampi che intercorrevano di norma tra una coppia e l’altra. Pensare che ci siamo lasciati tutto alle spalle, che è finito tutto, non è realistico, diciamo che con le nostre cicatrici interiori stiamo reagendo, con le nostre paure e le nostre perplessità, siamo alla ricerca di un percorso che ci riporti alla normalità e gli eventi seri e ben organizzati sono la via giusta. Anche questa volta non ho ballato ininterrottamente come facevo prima della pandemia e anche questa volta non ho atteso la fine della serata per rientrare a casa, diciamo che raggiunta una bella sensazione, a seguito di una strepitosa tanda di Pugliese, ho custodito l’emozione, che mi ha accompagnato per la via di casa. Il grande compositore di Tango, Osvaldo Pugliese, unico nel suo genere per complessità e ricchezza delle musicalità, paragonava il tango alla vastità dell’oceano e riteneva indispensabile, per un musicista, conoscere le correnti che conducono al porto del cuore della gente. Tornando, nel silenzio buio e uggioso della Ravegnana, con il pizzicato dei violini di Pugliese nel mio cuore, ho realizzato che il tango mi è mancato molto di più di quanto voglia ammettere con me stesso … e che la sua ricerca è ricominciata!
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