Milonghina Parallela a Cesena e la colpa.

Ieri sera, con ben nove compagni di viaggio, siamo andati a cercar tango alla Milonghina Parallela di Cesena. L’evento è ubicato in un ex magazzino coloratissimo stretto e lungo, dove i lati lunghi presentano una parete da un lato e dall’altro dei tavolini e delle sedie, mentre i lati stretti sono occupati, dal musicalizzatore, con i suoi apparati e dall’altro un bancone da bar. Al nostro arrivo il magazzino era già pieno all’inverosimile e la musica aveva già imbullonato la pista. Approfittando di un varco tra la folla, durante una cortina, sono riuscito a guadagnare un piccolo spazio vitale in pista dove ballare, superficie che non ho più abbandonato. Così si è ballato il tango della sardina, tutti stipati vicini, vicini, appoggiandosi l’un con l’altro, finché piano piano, a tarda ora, alcuni hanno ripreso la via di casa, permettendo ai restanti qualche tanda più ariosa. Ieri sera, dopo mesi che non mi capitava, mi è toccata nuovamente una tacchina, la tipica ballerina che ogni due passi fa un adorno, un gancio o un voleo non richiesto, svettando il tacco ad altezza coscia del vicino. Per disinnescare e rendere innocua la sciabolatrice, ho provato a rallentare all’inverosimile i movimenti e a rendere pulito e denso il ballo, ma come un puledro, la ballerina scalpitava sul pavimento senza sentir ragione, ma la vera sorpresa c’è stata al primo inevitabile contatto tra il tacco della tacchina, con la gamba di una ignara ballerina. Non solo la sciabolatrice si è fermata a chiedere garbatamente scusa, ma si è voltata verso di me e pubblicamente ed energicamente, mi ha ripreso in quanto “dovevo andare piano”, addossandomi implicitamente tutte le responsabilità. La pantomima si è ripetuta per tutta la tanda con una ripetitività sconcertante: sciabolata incontrollata, l’inevitabile tocco, il lamento della vittima, le scuse dell’invasata e il rimprovero per me.
La diplomazia di cui mi pregio, mi ha imposto di abbozzare e tollerare con un sorriso la sceneggiata, ma da questo episodio ho tratto un utile insegnamento: anche una donna può sbagliare, è umano, ma lo è ancora di più, il bisogno di una donna, di dare la colpa ... sempre ad un uomo!

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