Milonga alla Scranna e i tanti giudici.
Ieri sera sono andato a cercar
tango al Circolo “la Scranna” di
Forlì. Il circolo, ubicato in un palazzotto nobiliare della centralissima Via
Garibaldi, presenta ampie sale, tra le quali un ampio salone delle feste, con
tanto di palco e pavimento in parquet, che è quanto di meglio si possa
desiderare per una milonga. L’organizzazione impeccabile, il palazzo
aristocratico e la presenza di due quotati musicalizzatori, sono stati gli
ingredienti di una serata riuscitissima, in particolare, nella tarda serata, l’evento
ha registrato un’affluenza molto consistente. La presenza di ballerini esperti,
meno esperti e principianti, in una pista, a tratti affollatissima, in alcuni
momenti, mi ha fatto ricordare le geometrie impazzite della spaccata, in una
partita di biliardo all’americana, ma questo, penso, sia il giusto prezzo da
pagare per un evento riuscito, dove tutti trovano il coraggio di misurarsi nel
tango. Purtroppo le proporzioni non sono state eque, meno uomini, in relazione
alle tante donne sedute sulla “scranna”.
Penso che mai accostamento fu più azzeccato, infatti la scranna, nello specifico, affonda il suo significato originale
nella sedia dottorale o seggio, che nel passato veniva usata da Dottori e
Giudici. Nell’uso che ne fece Dante, il detto “sedere a scranna” ha assunto il significato di ergersi a giudice,
un po’ come le molte donne, che non potendo calcare la pista, hanno trascorso molto
del loro tempo a commentare sfacciatamente, in alcuni casi anche ad alta voce, i ballerini, le
movenze, gli abbigliamenti e le acconciature. Per fortuna che sono quasi
privo di capelli! Per la nota di colore, non posso esimermi dal menzionare lo sgargiante rosso vivo del bellissimo abito di Sara, peccato che l’impegno organizzativo,
le abbia limitato la presenza in pista.
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