Milonga al Mazzini e la sofferenza da ansia di prestazione.
Ieri
sera, persi tra le nebbie della bassa pianura, due indomiti cercatori
di tango, Umberto e Fabio Me Medesimo, si sono avventurati verso
Bologna per testare la Milonga del Circolo Mazzini. Il Circolo
ubicato nella periferia bolognese, in Via Emilia Levante, è composto
da un locale adibito a bar e sala giochi e da un contiguo salone
ricavato da una dipendenza non coibentata, con un ottimo pavimento per il
ballo, ma piuttosto freddino. Al nostro arrivo, a Milonga già
iniziata, abbiamo rimpianto di non avere portato le nostre ballerine
al seguito, in quanto, in tutta la sala, c’erano solo sei donne e
il doppio degli uomini. Purtroppo il rapporto uomini/donne, con il
trascorrere del tempo, non è migliorato, anche se nel frattempo era
arrivata qualche altra ballerina, tanto che già a mezzanotte, i due cercatori di tango avevano ballato, con tutte il ballabile presente in sala. Ieri sera
mi sono avventurato in due tande con ballerine principianti, anche se
simili per preparazione ed esperienza, le due ballerine si sono
dimostrate nei fatti profondamente diverse. A prescindere il profondo
rispetto che nutro per chiunque si avventuri in pista, avendo poche
lezioni all’attivo, non ho potuto esimermi dal rilevare, nel mio
intimo, le differenze macroscopiche. La prima faceva tenerezza, era
posseduta e dominata da una incontenibile ansia di prestazione,
anticipava qualsiasi mio movimento, scattando e cadendo su ogni
passo, cercando sopperire al palpabile disagio, aggiungendo un adorno
o un gancio ad ogni passo e scalpitando ad ogni sospensione e pausa,
come a voler esorcizzare qualsiasi possibile incomprensione. La
seconda invece si è misurata nella tanda con estrema semplicità,
gestendo la propria immaturità nei pivot e nei giri, ascoltando e
replicando con attenzione ogni movimento, spostandosi nell’abbraccio
con determinata calma, rallentando ad ogni sospensione e fermandosi
ad ogni pausa, da lei non un gancio, non un adorno, ma solo pochi
movimenti chiari, anche se qualche volta non equilibrati. Con la
seconda principiante posso sostenere di aver piacevolmente ballato, con l’altra
ho sofferto per lei, anche perché ho avuto la fortissima tentazione di
fermarla e parlarle, ritenendo inutile il tormento con il quale
viveva il momento. La ragione e l’opportunità, hanno avuto il
sopravvento e mi sono astenuto dal commentare, ma credo che qualcuno
avrebbe il dovere di farlo, magari … il suo maestro di tango.
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