Tango illegal a Santa Maria dello Spasimo
Nel quartiere Kalsa di Palermo, l’antico
borgo islamico della città, è presente un ampio complesso conosciuto come lo
Spasimo, dove tra le rovine di un composito gruppo di fabbricati, adibiti nel
passato a lazzaretto per gli appestati, c’è una bellissima chiesa del 1500 dalle
slanciate forme gotiche. La chiesa, priva di tetto, parzialmente rovinata e con
le sole mura di cinta ancora erette è occupata, dal lato dell’ingresso, da un
albero di grosse dimensioni che svetta con la sua chioma, oltre lo spazio una
volta coperto dal tetto. Questa antica basilica, oggi adibita a teatro per spettacoli
e concerti, si presenta come un imponente fabbricato a navata unica provvista
di sedie per gli spettatori e palco in quello che fu l’abside destinato all’altare.
Nel tardo pomeriggio, delusi da un Festival di tango palermitano sottotono e
notevolmente ridimensionato, dopo aver bighellonato per Palermo, dieci tangueri
romagnoli, in versione turista fai da te, in visita allo Spasimo, dopo essersi
adagiati sulle sedie destinate agli spettatori, in mezzo ad altri occasionali
turisti, si sono ricordati, che in quel luogo, a luglio si era tenuto un famoso
evento di tango. Pochi sguardi complici, qualche sorriso, una battuta, sono bastati per alzarsi
e dirigersi sul palco. Un telefonino che suona due brani di tango, Poema e Todos es amor e la magia ha avvolto il luogo. In mezzo alle quattro
coppie, che si muovevano all’unisono, improvvisamente se ne è materializzata un’altra
di giovani visitatori, che senza parlare, ha iniziato a ballare con noi, tra lo
stupore degli altri turisti che immobili con i loro telefoni riprendevano quegli
attimi e di alcuni bimbi che in religioso silenzio si erano seduti ai limiti del
palco. Due brani soli, un palco di legno ruvido, un telefono che suona, scarpe comode per camminare,
ma non per ballare, un luogo magico, il cielo sopra di noi e un abbraccio di
pochi minuti … basta così poco per riconciliarsi con il tango.
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