La milonga di OtoNo en Palermo Tango Festival.


Per caso, molti mesi fa, durante una cena tra amici, in cui il vino aveva sciolto le lingue e scatenato la fantasia, si ebbe l’occasione di parlare di un evento internazionale di tango “OtoNo en Palermo Tango Festival” che si sarebbe tenuto, nel mese di novembre, nel capoluogo siciliano. Le notizie sulla manifestazione, raccolte da alcuni bravissimi ballerini palermitani miei amici, erano ottime e il livello del Festival, secondo i bene informati, sarebbe stato altissimo, a riprova di ciò, nel fine settimana del Festival, il tango palermitano e dei dintorni, che annovera numerosi appuntamenti settimanali, si sarebbe fermato appositamente per lasciare massimo spazio e visibilità al Festival. Tra una battuta e l’altra, complice il larghissimo anticipo ed una rara e contestuale promozione della compagnia aerea, vennero nell’immediato acquistati, tra i presenti che acconsentirono, biglietti aerei scontati, con l’idea, che se il viaggio non si fosse concretizzato, la perdita economica sarebbe stata comunque insignificante. Dal giorno dell’acquisto dei biglietti molte cose sono mutate, in primis la sede del Festival di tango, che poche settimane prima dell’evento, dalla prestigiosa Villa Airoldi di Palermo, enorme palazzo nobiliare del secolo scorso, sede del blasonato Circolo Internazionale di Golf di Palermo, è stata trasferita in una anonima sala ricevimenti di periferia, il Casale di San Lorenzo. I nostri, la sera stessa del loro arrivo, alla ricerca del tango, si sono presentati alla Milonga di apertura dell’OtoNo Festival restando di stucco. Gli spazi del Casale di San Lorenzo sono ricavati restaurando un complesso di fabbricati, all’origine destinati a magazzini, ubicati ai confini con la Stazione ferroviaria di San Lorenzo, quartiere della periferia di Palermo. Il luogo si presenta come una serie di depositi nei quali si alternano eventi, suoni e musica diversi. In uno dei capannoni, c’era la Milonga di apertura dell’evento OtoNo Festival, peccato però, che a dispetto delle centinaia di persone presenti, l’ingresso e l’uscita condividessero una sola porta, creando non pochi disagi, alimentati anche dalla presenza, in prossimità dell’apertura, dell’unico e solo bagno del locale ad uso promiscuo. Le sedie poste intorno alla sala non erano sufficienti a contenere tutti i presenti e l’orchestra argentina dei Tango Bardo, eseguiva musica dal vivo, di difficile interpretazione, in una milonga con una pista così affollata. Non stupisce se i migliori tangueri palermitani, forse ben consci del forte ed improvviso ridimensionamento dell’evento, non abbiano partecipato, lasciando il dominio della sala a numerosi principianti ed ad una caotica ronda. Piuttosto delusi, anche per l’assenza di milonghe alternative, i nostri cercatori di tango romagnoli, hanno ben pensato di disertare le milonghe del festival dei giorni successivi, dedicando tutte le loro energie alla scoperta della città e della cucina siciliana, affogando il dispiacere tra arancini, caponate, involtini, busiate, pane con la meusa, formaggi, cannoli e altri prodotti culinari della tradizione palermitana.
Il tango non s’è trovato, ma il dispiacere … s’è affogato benissimo!

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