Tre milonghe palermitane
Nel recentissimo viaggio
palermitano, non ho rinunciato a cercare il tango, ma in assenza di un personal
computer, ho rimandato le cronache delle tre milonghe al mio rientro. Arrivato
sabato pomeriggio a Palermo, dopo aver percorso circa 700 chilometri in moto,
la sera mi sono recato alla Milonga della Portenissima, presso il centro
sportivo Sporting di Palermo. La milonga era l’ultima della stagione
primaverile, prima dell’estate ed è stata organizzata, come le precedenti,
all’interno di un grosso salone del centro sportivo, ed era molto frequentata.
Livello di ballo medio alto, non ho visto alcun principiante, ronda
ordinatissima, musica gradevole, caldo impressionante. Per la stanchezza non ho
ballato, proprio, tutte le tande, ma mi sono molto divertito. Domenica sera
Milonga ai Percorsi Naturali, nella Via San Lorenzo di Palermo, dove si accede
in una villa, dove è stata organizzato, in un patio, l’evento. Non molto
frequentata, forse per il caldo eccessivo, la milonga ha espresso un livello di
tango medio alto, anche qui, non vi era l’ombra di principianti. Martedì sera
Milonga al Dancing TanGo Club, un locale adibito a discoteca, dove il livello
del tango era molto, ma molto più basso. Mentre ballavo ho notato un ballerino,
impegnato in ganci ripetuti, che oscillando in pista, muoveva ritmicamente, in
maniera scomposta, le spalle. Quando ne ho visto un altro, ballare alla stessa
maniera, ho capito che non si trattava del modo originale di ballare di un
singolo, ma un vero e proprio nuovo genere. Una ballerina palermitana, mi ha confessato, che con il diffondersi delle milonghe, alcuni maestri di ballo di altri stili si sono convertiti al tango, non sempre con risultati lusinghieri. Chissà da dove vengono le radici del Tangoepilittico?
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