Gradara Tango e la mirada maldestra.


Ieri sera, solo soletto, sono andato a cercar tango a Gradara, all’interno del borgo medioevale, nel palazzo Rubini Vesin, dove era stata organizzata la prima Milonga della manifestazione Gradara Tango. L’orario di apertura delle danze era stato fissato in prima serata, pertanto sono giunto nella cittadina al tramonto, apprezzando il panorama mozzafiato che si ammira dalla cittadella fortificata di Gradara. Al mio arrivo in Milonga, sono rimasto un po’ perplesso, in quanto vi erano solo una decina di uomini e le donne si contavano sulle dita di una mano. Per fortuna, dopo poco, la serata si è animata, anche se la milonga non è mai stata affollata. In generale, a parte all’apertura, c’è sempre stata una netta prevalenza di donne e il livello di tango si è alzato in tarda serata con l’arrivo di alcuni ballerini romagnoli. Due sale, due musicalizzatori, il Tj l’argentino Ariel Andres Gutierrez nella sala principale, dove ha proposto brani molto particolari per sonorità ed esecuzione, mentre nella seconda sala ha musicalizzato la svizzera Tj Federica Tamburini, con una proposta più melodica e classica. Ho cercato di frequentare entrambe le sale e mi sono sorpreso di essere uno dei pochi che cercava, in quel contesto, di applicare pause e sospensioni, respirando ogni singolo brano. La vera sorpresa delle pause e sospensioni è stata però, quando verso la fine della serata, la Tj Federica Tamburini, mi è venuta a chiamare nell’altra sala, chiedendomi di ballare con lei una tanda sulle sonorità rotonde dei brani dell’Orquestra Romantica Milonguera.
Il palazzo con le sue ampie finestre prospicienti alla via principale del borgo, ha reso particolarmente piacevole la serata, che ho chiuso ballando fino all’ultima tanda ed è proprio all’ultima tanda, forse per stanchezza, che sono stato protagonista di un piccolo incidente, con una mirada, ho fatto alzare due donne. Mi era già capitato, per la verità, solo una volta, e avevo tacitato il mio imbarazzo, invitando alla tanda successiva la seconda ballerina, qui purtroppo, l’imbarazzo è rimasto integro ed è tornato a casa con me. Tutto bene al rientro, tranne che a Cesena, lasciando l'autostrada, ho imboccato la Superstrada in direzione Roma, accorgendomi dell'errore solo quando i rilievi montuosi erano ormai evidenti in maniera fastidiosa. Non c'è niente da fare, ho bisogno di almeno un navigatore umano che mi badi! 

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