Milonga al Dispari e la Tacchina
Ieri sera, forte del sostegno di
ben quattro ballerine, ho cercato il tango alla Milonga al Dispari, storica
sede bolognese, ubicato in un centro di attività sociali, disposto su due sale
a piano terra. Il luogo si presta, per spazi e pavimento, al ballo, il Tj Pier
Paolo Berlen per la sala del tango classico dove sono state proposte sonorità
pulite e musica sempre ballabile e Tj Esclà per il tango nuevo, dove
oggettivamente non sono mai andato. A metà serata, una piccola esibizione di
Roland Capitani e Roberta Morselli, che mi ha impressionato per l’equilibrio e
la gestione del peso di Roland.
Ieri sera, sono stato investito
da depressione tanguera recessiva, uno stato d’animo ipercritico sulle proprie
capacità di ballo che fa apparire completamente inadeguati. Cercando di
superare il momento, ho comunque ballato tutta la sera e tra le altre, ho
invitato a ballare una ballerina piuttosto alta, che avevo visto diverse volte
negli ambienti bolognesi, ma con la quale non avevo mai avuto il piacere di
ballare. Avevo notato che la ballerina in questione era prodiga di “adornos” e di “boleos”, ma oggettivamente pensavo che ciò fosse dovuto più ai ballerini un
po’ fenomeni, da lei rigidamente selezionati per ballare, che non ad un suo
stile. Purtroppo fin dal primo brano ho capito, che anche se avessi solo
inavvertitamente inarcato il sopracciglio, il tacco della ballerina sarebbe
schizzato ad altezza uomo, roteando pericolosamente. Avendo ben presente che
stavo maneggiando, non una ballerina, ma un’arma impropria, ho cercato di non
avvicinarmi troppo alle altre coppie, tenendo i fendenti e le sciabolate della
“tacchina”, in spazi che ritenevo
sicuri. Al secondo brano, l’arma impropria, che balla ad occhi chiusi,
appoggiando tutto il suo peso sulle spalle del ballerino, visto l’equilibrio
precario con cui si muove, dovuto alle sue gambe sempre roteanti ad altezza
esagerata, purtroppo, anche con la mia complicità, non essendomi accorto che
nella ronda interna sopraggiungeva una coppia, ha colpito! Ho capito solo dopo
molto tempo e a diversi metri di distanza dal punto di contatto, che il
fendente era andato a segno, non dalla “tacchina”, che non ha mosso ciglio e non ha avuto un tremito,
continuando a sciabolare a destra e manca in assoluta autonomia, ma dalle facce
stupite e sconcertate delle ballerine a bordo pista, che guardavano la
malcapitata vittima, neanche farlo apposta, la Danila, ferma che si massaggiava
la coscia offesa e seguiva, con lo sguardo stupefatto e infastidito, la nostra
coppia che continuava a ballare. Credo che ci sia poco da dire, non ho il porto
d’armi e non sono stato sufficientemente accorto … mi dispiace tanto! La morale
è che il tango può essere anche pericoloso, perché quando un ballerino,
incontra una “tacchina”, lo
spazio non è mai abbastanza sufficiente!
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