Milonga ai Candelai di Palermo.

Maura Laudicina, una donna prosperosa dai capelli ramati, che si diletta, come artista, con spettacoli di "burlesque", organizza al locale i Candelai una Milonga al mese. Il locale è ricavato da una vecchia casa di tolleranza, nel salone, su due elevazioni, uno, quello basso, dove si balla, destinato una volta agli avventori e quello più alto, il loggione, che era destinato alle donnine, oggi è provvisto di tavolini e poltrone. Alcuni giorni prima, chiedendo della milonga dei Candelai,  avevo ricevuto risposte sibilline, legate al livello alto di tango della milonga. Arrivato, con un adeguato ritardo, di oltre un ora dall'inizio,  sono rimasto stupefatto.  Livello tecnico veramente notevole, pulizia nei movimenti, ritmica e abbracci rigorosamente chiusi la facevano da padrone in tutta la pista. Ho calzato le mie scarpe e ho cercato uno sguardo, che non c'era, sembravo assolutamente invisibile. Per 15/20 minuti mi sono addestrato al mimetismo sulla parete, ero meglio di un camaleonte, finché, ho raccolto uno sguardo ed un sorriso di una ballerina con cui avevo ballato giorni prima. Recitando mentalmente il mantra del mio maestro "Fabio non è il tango che balla sul tuo culo, ma sei tu che balli il tango" ho iniziato a ballare lentamente, chiudendo le frasi e cercando sospensioni e pause, senza altro, se non una semplice camminata. Mi sembrava un esame, con una attenta commissione di valutatori puntigliosi, che senza riguardo, osservava ogni mio movimento.   Al termine, dopo aver ringraziato la mia ballerina,  che mi aveva sdoganato, ho capito che non era andata così male, non ero più invisibile, anzi, con malcelato orgoglio devo dire di aver ballato tutta la sera, senza interruzione, con ballerine molto, molto, molto brave. Tutti quelli con cui ho avuto a che fare, mi hanno chiesto la provenienza e molti mi hanni fatto nomi di maestri romagnoli e mi hanno citato eventi in Emilia Romagna. Milonga indimenticabile.