Milonga Salon Porteno di Faenza e gli Homo Tangueri


In questo fine settimana ho partecipato alle lezioni di Alejandra Mantinian, uno dei mostri sacri del tango internazionale. Il corso, spalmato su tre giorni, si è tenuto tra Faenza e Bologna e venerdi sera a conclusione delle lezioni, c’è stata l’inaugurazione della Milonga al Salon Porteno di Faenza. Ho trovato poco garbato, il goffo tentativo dell’organizzatore di far pagare il biglietto della Milonga, facendo uscire, le oltre quaranta persone che avevano partecipato al corso, da lui organizzato, e facendoli rientrare dalla cassa. Questo, poteva essere evitato, chiedendo direttamente ai partecipanti delle lezioni di pagare l’ingresso della milonga al saldo dei corsi, o invitando tutti i presenti che intendevano trattenersi per la milonga di andare a pagare, senza piccoli mezzucci. Mi piacerebbe che gli organizzatori degli eventi di tango, avessero la consapevolezza, che chi cerca il buon tango e spende centinaia di euro in corsi e in stage, macinando centinaia, se non migliaia di chilometri, non si confonde per pochi euro di biglietto di ingresso per una milonga. Comunque, io personalmente, se vado ad una pratica, in cui pago un piccolo rimborso spese, i due o tre euro per l’acqua e qualche caramella, o se vado ad una milonga con accesso gratuito, non pretendo professionalità dal musicalizzatore, ma da utente, gradirei, quando mi viene fatto pagare un ingresso di 8 euro, per una milonga, che il musicalizzatore metta nel suo lavoro, quantomeno, un po’ di attenzione. Nella serata di Faenza, spesso i brani sono stati messi a mitraglia, senza alcuna pausa tra un brano e l’altro, vanificando la magia di una bella chiusura e qualche volta, vi sono state distorsioni sonore molto fastidiose, che sono state ignorate o non corrette con la giusta tempestività. Piccola nota di colore, Alejandra Mantinian, definita la maestra dei maestri, ha fatto il corso in tuta da ginnastica e scarpe da ginnastica, poi, per la Milonga di Faenza, si è cambiata con un grazioso tubino blu a pallini, che ne esaltava le forme, ma non la rendeva particolarmente appariscente, quanto, se avesse indossato un abito da esibizione. Uno dei partecipanti alla Milonga, ignaro di chi fosse la Mantinian, l’ha invitata e lei, da gran signora, ha accolto l’invito, l’unico particolare, che al termine del primo tango, l’ignaro ballerino, che non aveva capito di avere tra le mani un preziosissimo diamante tanguero, l’ha redarguita, facendole un’osservazione sul suo modo di affrontare il giro dal lato chiuso dell’abbraccio. La Mantinian, raccontando l’episodio, alla lezione del giorno successivo, ha pensato fino all’ultimo che si trattasse di un burlone, ma quando, riaccompagnandola al posto, il ballerino, l’ha rassicurata, dicendole che la sua lacuna era poca cosa, invitandola comunque a studiare per perfezionarsi, ha capito, che la presunzione di alcuni Homo Tangueri, non ha limiti.

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