Milonga 180 Fuori Tutti di Imola

Ieri sera sono andato, solo soletto, a bordo della mia Tangomobil ad Imola alla ricerca del tango.
La milonga, come ho già scritto in precedenza, si tiene nel parco dell’ex manicomio dell’Osservanza di Imola, struttura dismessa con l’entrata in vigore della Legge 180 del 1978, che liberò dalla detenzione decine di migliaia di pazienti psichiatrici, insomma, un “fuori tutti”, come recita giustamente il nome della milonga.
Si balla all’aperto, in un tondo piastrellato, all’interno del parco, un luogo che sorge tra i padiglioni e destinato nel passato a pista da ballo per i pazienti.
Presenti una trentina di persone, con una piccola prevalenza di ballerine, musicalizzatore, l’ottimo Davide Baroncini, con i suoi capelli bianchi spiritati e le sue proposte musicali che spaziano dal tango nuevo, all’elettrotango, ai classici.
Qualche purista potrà storcere il naso sul genere musicale, ma io, benché si fosse in pochi, la pista non fosse particolarmente liscia, la temperatura fosse frizzantina e umida e nel cielo si intravedesse solo qualche stella, mi sono divertito parecchio ed ho ballato sempre, fino all’ultimissima tanda. All’Osservanza ci si muove in un ambiente giocoso e senza tanti schemi, riportando questa milonga, a mio modesto avviso, all’anima autentica di ballo sociale, che dovrebbe contraddistinguere il tango, dove le povere ballerine, non soggiornano troppo a lungo sulla sedia, perché si balla!
La volta precedente, quando ero stato a ballare al Parco dell’Osservanza, da uno dei padiglioni prospicienti alla pista da ballo, oggi adibito a casa famiglia per persone disagiate, un uomo, da una finestra, aveva iniziato ad inveire ritmicamente contro l’evento con il motivetto “avete rotto il cazzo”, spegnendosi lentamente dopo alcune decine di minuti, forse per effetto di qualche sedativo.
Quando ho visto la finestra aperta e illuminata, il pensiero è subito andato al nostro disturbatore, poi ho visto la sua ombra, appoggiato ad uno stipite, intento a guardare la pista ed a muovere ritmicamente la testa, in religioso silenzio. Non so se gli fosse stato somministrato anticipatamente un sedativo, mi piace però pensare, che la musica plachi gli animi e renda leggere le ansie di tutti. 

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